Disturbi alimentari.
- Sergio Sabatini
- 9 nov 2015
- Tempo di lettura: 2 min
Disturbi alimentari.
Ho una fame da morire sembrano dire le giovani donne affette dal disturbo che va sotto il nome di Anoressia . In realtà questo è quello che pensano gli altri quando guardano una ragazza che si è ridotta pelle e ossa a causa di una percezione alterata della sua dimensione corporea che la fa sentire sempre grassa anche quando pesa poco più di trenta chili. L’anoressia insieme alla bulimia sono le due grandi categorie diagnostiche relative ai disordini alimentari. Ma di cosa si tratta? Si tratta di due disturbi che colpiscono più frequentemente il genere femminile e che si manifestano con un esordio nell'adolescenza quando il corpo, in seguito alla tempesta ormonale della pubertà, si sta modificando e sta assumendo in modo definitivo i tratti della differenziazione sessuale secondaria. Sappiamo che questo disturbo della sfera psichica sembra colpire prevalentemente l’etnia bianca e per questa ragione spesso si è addossata tutta la responsabilità ai mass media che, soprattutto per l’anoressia, promuovono un ideale di donna snella, alta sul modello della bambola Barbie. Indubbiamente i modelli culturali svolgono un effetto di contaminazione e possono, in soggetti predisposti, favorire l’insorgere di tale disturbo. Tuttavia va ricordato che da sola la pubblicità non potrebbe essere così invasiva se non attecchisse in un “corpo” provato da dinamiche intrapsichiche conflittuali che trovano nell'identità corporea (il self) il modo per esprimersi attraverso un accanimento auto lesivo. Tecnicamente per anoressia nervosa si intende un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da una restrizione dell’alimentazione dovuta ad un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le dimensioni corporee, che si esprime in una ossessiva paura di ingrassare e nella ricerca della magrezza ad ogni costo che non lascia spazio ad altro. Secondo il DSM-IV si può parlare di anoressia nervosa se accade che:
Il calo di peso è di almeno il 15% del peso normale per età e statura
Si ha un’intensa paura di diventare grassi anche sottopeso
Si ha un’alterata percezione di peso e forma corporea senza la coscienza di malattia
Si manifesta l’amenorrea (almeno 3 cicli)
Esistono due sottotipi di anoressia: con abbuffate e poi vomito indotto e di tipo restrittivo con la pratica del digiuno.
La bulimia si caratterizza per:
Ricorrenti abbuffate (mangiare in un definito periodo di tempo una quantità di cibo eccessivo con la sensazione di perdere il controllo)
Condotte compensatorie (vomito, lassativi, diuretici, digiuno, iperattività)
Frequenza almeno 2 volte alla settimana per 3 mesi
Autostima indebitamente influenzata da forma e peso
Di fronte a un così potente disturbo della sfera psichica cosa può fare la famiglia? La risposta è articolata e comprende l’evitamento di atteggiamenti eccessivamente ansiosi e ipercontrollanti (porre il tema del cibo come unico discorso possibile),mantenere una costanza nelle regole della famiglia che devono valere anche per chi soffre di disturbi dell’alimentazione, favorire l’intervento di cure mediche e psicoterapiche che potrebbero includere l’intero nucleo familiare.
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