Una giornata particolare?
- Sergio Sabatini
- 28 nov 2015
- Tempo di lettura: 2 min

Spesso durante il giorno siamo pervasi da pensieri ed emozioni, vorremmo saperli distinguere ed orientare ma non riusciamo a farlo sempre nel modo migliore. Ci affanniamo a cercare il bandolo della matassa che ci sfugge e restiamo inbrigliati nella rete dei nostri pensieri e delle nostre immagini senza riuscire a venirne a capo . A volte è un fatto accidentale a suscitare in noi eccessive preoccupazioni, altre volte è una sensazione fisica o mentale fastidiosa che ci arrovella guasta le giornate. Come si può fare ? Esistono modi per venirne a capo? Le scienze psicologiche hanno individuato diverse strategie che possono aiutarci. Vediamone una semplice da comprendere e utilizzabile in qualsiasi momento della giornata. Si tratta di effettuare una pausa con noi stessi, concentrarci sul respiro, aiutandoci chiudendo gli occhi, e iniziando a domandarci che cosa sta attraversando la mia mente ora, quali pensieri ed emozioni sono presenti. Nel fare ciò bisogna non avere l'atteggiamento giudicante che spesso contraddistingue il dialogo interno. Se riusciamo a sospendere il giudizio ci offriamo la possibilità di osservare con maggiore obiettività quello che accade dentro di noi e ciò ci permette di creare uno spazio cuscinetto tra lo stimolo e la risposta. In questo spazio temporale si giocano i nostri propositi di comprensione e di decisione che possono permetterci di integrare su un livello di maggior armonia i pensieri e le emozioni.
In altri termini si tratta di fare spazio alla nostra comprensione prima di agire così come accade in qusta nota e illuminante storia Zen dal titolo "Una tazza di tè".
Nan-in un maestro giapponese dell'èra Meiji , ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen.
Nan-in servì il tè. Colmò la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare.
Il professore guardò traboccare il tè, poi non riuscì più a contenersi. "E' ricolma. Non ce n'entra più!" "Come questa tazza, " disse Nan-in "tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?"
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